sabato 17 settembre 2011

9 settembre 2011 Caldas de Reis - Padron

Stanotte nel convitto c'era un casino impressionante, gruppi di ragazzi che ridevano come matti quando sentivano qualcuno russare. Ad un certo punto Herman (il signore tedesco che dormiva nel letto a castello affianco al mio, in alto) grida: " ZILENZIO"
Ovviamente tutti a ridere (compresa me) più di prima :D, il tono con cui l'ha detto non si può (de)scrivere!

L'avremmo preso in giro per tutto il resto del cammino, ogni volta che Manola lo incontrava gli diceva "zilenzioooo!" :D

Stamattina sveglia presto, facciamo colazione nel locale mensa del convitto e partiamo. Decidiamo di fare in cammino con calma, insieme a Paolo e Manola, mia mamma iniziava ad avere problemi ai piedi, per evitare che gli scarponi gli comprimessero il dito gonfio ha avuta l'assurda idea di prendersi delle scarpe tipo espadrillas (non so se avete presente, praticamente è come camminare scalzi!)


A complicare le cose ci si mette una giornata piuttosto umida, che per i muscoli infiammati non è proprio un toccasana!










Il cammino procede lento ma costante, facciamo una pausa un po' lunga a circa metà strada, quando riprendiamo mia madre avverte dolori un po' ovunque, ma in particolare ai talloni ... Io vado avanti a tratti con Manola e a tratti con Paolo, si parla di tutto.





L'ultimo tratto prima di arrivare a Padron è stato difficile, mia madre non riusciva più a camminare, ci siamo fermati per il pranzo in un bar prima dell'ingresso di  Padron insieme a Manola e Paolo, li abbiamo anche pranzato (un piatto di Zorda, buonissima carne di maiale tagliata a cubetti e patate), ci ha ragginto poi anche Miguel (un ragazzo spagnolo che Manola e Paolo conoscono da precedenti cammini), una persona stupenda.



Quando arriviamo a Padron sono le 14.00 passate, l'albergue è ovviamente pieno, ci dicono che possiamo alloggiare nella palestra (la foto qui in basso), ma nessuno di noi ha dei tappettini per appoggiare il sacco a pelo, decidiamo allora di andare in pensione.


Davanti alla palestra c'è un ospedale, approfittiamo per far vedere mamma, Manola (che conosce bene lo spagnolo) l'accompagna mentre Paolo e Miguel vanno a cercare una pensione. Io sto fuori l'ospedale con gli zaini.
L'attesa è breve, mia madre e Manola escono quasi subito, la diagnosi è una tallonite, bisognerebbe stare a riposo e prendere degli antinfiammatori (a riposo? Abbiamo l'ultima tappa domani!) Intanto tornano anche Paolo e Miguel che hanno trovato una pensione in centro per 11 euro a testa.



Io, mamma e Manola ci sistemiamo nella nostra camera,  Paolo e Miguel in un'altra dove la sera si aggiungerà una loro amica (di cammino) che arriva in treno verso le 20.00 dalla Repubblica Ceca.
Mia madre vedrà ben poco di Padron, rimarrà nella sua camera tutto il tempo, io le prendo qualcosa da mangiare, le medicine e porto al calzolaio le sue scarpe da trekking per far togliere la punta. (non poteva più camminare con quelle espadrillas!)
La lascio riposare e scendo con gli altri a bere una birra, si aggiungono anche altri amici, tra questi Manuelito, un ragazzo spagnolo che fa piegare dal ridere. Ad un certo punto ce l'avevo tutti con me, mi dicevano che sembravo più spagnola che italiana, sia come aspetto fisico sia caratterialemente (in effetti mio nonno ha origini spagnole ...)





La sera si va tutti a mangiare in un  locale, la specialità qui sono i peperoncini, buonissimi, Manuelito mi ha detto che ogni 2/3 ne trovi uno piccantissimo. Giocavamo a chi lo trovava prima!





Più tardi ci raggiunge anche Irina, della Repubblica Ceca, leghiamo subito, è una signora dolcissima e molto simpatica. Dopo cena rimaniamo in giro per la città, ci sediamo nel cortile della cattedrale e chiaccheriamo fino a tardi. Una bella serata.


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