sabato 7 febbraio 2009

La bella addormentata...

Si fa un grande parlare, in questi giorni,del caso di Eluana Englaro. In Italia ci sono centinaia di belle addormentate e addormentati. Lo stato vegetativo (da non confondere con il coma irreversibile o morte celebrale) è uno stato di incoscienza. Una sorta di sonno prolungato. La persona è viva, respira autonomamente, può avere dei riflessi automatici e così via, ma non è cosciente. Potrebbe rimanere in questo stato per anni per poi morire o "svegliarsi". Tutto questo ha notevoli ripercussioni, per la famiglia, ma anche per la società. Come comportarsi di fronte a certe situazioni?
E' difficile rispondere ed è davvero problematico riuscire a definire il confine tra il dovere/diritto alla cura finalizzata alla guarigione e quella finalizzata solo ad aumentare di qualche periodo una non vita, magari arrecando maggiore sofferenza (mi viene in mente il caso Welby, è stata fatta una battaglia sociale a favore dell'eutanasia, mentre sarebbe bastato che la moglie avesse accettato con serenità la morte del marito, senza farlo intubare e costringerlo a vivere una non vita che non voleva vivere e che lo ha poi portato a chiedere di farlo morire in altro modo).
Mettersi nei panni di una madre, di un padre, di un marito, di una moglie, di un fratello o di una sorella che si trovano in casa un parente in queste condizioni è davvero pazzesco. Da un lato c'è la speranza che la persona amata si svegli, dall'altra si vede il tempo passare, 1,3,5,10,20 anni..... la speranza inizia a venir meno, e i dubbi si rincorrono: si è legati (e forse schiavizzati) da un'idea più che da una persona? Lei/lui davvero vorrebbe questo? E se si svegliasse dopo 10/20 anni come sarebbe? Cosa proverebbe? Che danni fisici e psichici si porterebbe dietro per sempre? Bè, probabilmente queste domande bisognerebbe chiederle a chi ha avuto un'esperienza simile, a persone che, dopo tanti anni di stato vegetativo, si sono svegliate.
A rigor di logica, se la persona non sta soffrendo e c'è la speranza che si svegli, sono propensa a ritenere che sarebbe meglio continuare a farla "vivere", ma posso capire benissimo chi non la pensa così.

5 commenti:

NiktorTheNat ha detto...

6205 giorni. Cosa abbiamo fatto noi in tutto questo tempo? Cresciuti, patente, fidanzati, sposati, figli, lavoro, vacanze, vizi, VITA. Cosa ha fatto lei in tutto questo tempo? La vogliamo chiamare VITA? E' giusto che noi decidiamo, con sentenze ed emendamenti, al posto della sua famiglia, cioè di chi per 6205 giorni sta soffrendo insieme a lei? Se un genitore, cioè chi ti ha generato, dopo 6205 giorni, dice basta, è davvero perchè sa di cosa sta parlando. Secondo te, quelli con le bandiere rosse che si vedono sotto la clinica a protestare, stanno protestando per lei o per un ideale? Cosa ci fanno delle bandiere sotto quella finestra? Sono per esprimere una volontà o per dimostrare che un gruppo politico la pensa in maniera differente da un'altro gruppo politico? Scusa lo sfogo, e non pensare che sia di qualche fazione particolare, ma non amo vedere speculazione da parte di chicchessia, su nessun argomento, tantomeno la VITA. Che nessuno decida mai della mia vita se non uno della mia famiglia... Ciao

Chiara Aprile ha detto...

Capisco il tuo sfogo, ma come ho già scritto, sono problemi talmente complessi che è davvero difficile capire cosa sia giusto fare. Una morte non morte quella di chi si trova nello stato vegetativo. Ma quando una persona è in questo stato che fare? Farla morire subito? Oppure aspettare perchè si svegli? E se aspettare quanto aspettare? Un anno, due, cinque, dieci, venti o finchè dura? Certo che sono situazioni su cui legiferare è sconveniente perchè è inevitabile scontentare sempre qualcuno e perchè ogni situazione è a se. Quello che mi auguro è che questa ragazza non debba morire con sofferenza, ieri ho sentito la le parole che il padre di Terri Schiavo ha scritto al padre di Eluana, chiedeva di non farla morire così e spiegava di aver assistito all' agonia terribile della figlia dovuta all'assenza di cibo ed acqua e non ad una dolce morte...

Chiara Aprile ha detto...

"Sentivo e percepivo tutto... mi commuovevo quando mamma ed i miei fratelli mi facevano le coccole – racconta – e mi disperavo quando i medici dicevano che ero spacciato, che non c'era nulla da fare …piangevo, aprivo e chiudevo gli occhi per attirare la loro attenzione e mi disperavo quando li sentivo dire che erano solo riflessi condizionati e che in realtà non percepivo e sentivo nulla".

Questo l'ha scritto Salvatore Crisafulli, rimasto in stato vegetativo per anni, si è poi risvegliato grazie soprattutto all'amore dei suoi familiari, che non si sono mai dati per vinti.

ciccioml ha detto...

Basterebbe essere un minimo intelligenti e favorire un giusto testamento biologico. Sto con Beppino. Perché al posto di Eluana non vorrei mai viverci.

Chiara Aprile ha detto...

Che riposi in pace ora...