La bella addormentata...

E' difficile rispondere ed è davvero problematico riuscire a definire il confine tra il dovere/diritto alla cura finalizzata alla guarigione e quella finalizzata solo ad aumentare di qualche periodo una non vita, magari arrecando maggiore sofferenza (mi viene in mente il caso Welby, è stata fatta una battaglia sociale a favore dell'eutanasia, mentre sarebbe bastato che la moglie avesse accettato con serenità la morte del marito, senza farlo intubare e costringerlo a vivere una non vita che non voleva vivere e che lo ha poi portato a chiedere di farlo morire in altro modo).
Mettersi nei panni di una madre, di un padre, di un marito, di una moglie, di un fratello o di una sorella che si trovano in casa un parente in queste condizioni è davvero pazzesco. Da un lato c'è la speranza che la persona amata si svegli, dall'altra si vede il tempo passare, 1,3,5,10,20 anni..... la speranza inizia a venir meno, e i dubbi si rincorrono: si è legati (e forse schiavizzati) da un'idea più che da una persona? Lei/lui davvero vorrebbe questo? E se si svegliasse dopo 10/20 anni come sarebbe? Cosa proverebbe? Che danni fisici e psichici si porterebbe dietro per sempre? Bè, probabilmente queste domande bisognerebbe chiederle a chi ha avuto un'esperienza simile, a persone che, dopo tanti anni di stato vegetativo, si sono svegliate.
A rigor di logica, se la persona non sta soffrendo e c'è la speranza che si svegli, sono propensa a ritenere che sarebbe meglio continuare a farla "vivere", ma posso capire benissimo chi non la pensa così.
Commenti
Questo l'ha scritto Salvatore Crisafulli, rimasto in stato vegetativo per anni, si è poi risvegliato grazie soprattutto all'amore dei suoi familiari, che non si sono mai dati per vinti.